Mercato del Lavoro, sempre più “invisibile”

Salvatore Monteduro : “Un’intera fascia di lavoratrici e lavoratori vive in una condizione di invisibilità contrattuale e sociale. Dobbiamo dare diritti, stabilità e visibilità a questi lavoratori attraverso un piano straordinario per il lavoro dignitoso”

Crescita del lavoro moderata nel 2024 anche se caratterizzata da profonde disuguaglianze. E’ questa la fotografia che restituiscono i dati Istat elaborati dalla UIL nel rapporto sul lavoro appena pubblicato.

Nel 2024, l’occupazione in Lombardia segna un +37.108 unità (+0,82%), e raggiunge quota 4.537.824 occupati. Una dinamica inferiore alla media nazionale (+1,49%) e fortemente disomogenea sul piano territoriale e settoriale.

Segno positivo (+1,07%) per componente femminile rispetto a quella maschile (+0,63%), anche se la maggior parte di questi nuovi ingressi è con contratti deboli: part-time involontario, contratti a termine, mansioni a bassa stabilità.

Il tasso di occupazione maschile (60,4%) supera di oltre 14 punti quello femminile (46%). Il 28,5% delle donne lavora part-time, contro il 5,2% degli uomini. Oltre il 53% dei contratti a termine sono assegnati a lavoratrici.

A livello anagrafico l’occupazione cresce soprattutto nella fascia 50-64 anni (+1,52%), mentre per i giovani tra i 15 e i 34 anni l’incremento è marginale (+0,6%). Il tasso di occupazione giovanile è in lieve calo: 53,6% (-0,3 punti percentuali).

Tra i I settori si registra la crescita nei servizi (+1,56%, con oltre 3,1 milioni di occupati; Milano registra +29.000 unità), mentre è evidente il calo nell’industria (-0,86%, con contrazioni rilevanti a Cremona, Como, Pavia). Scende anche il settore delle costruzioni (-2,86%, in calo dopo l’impulso del superbonus), mentre sale l’agricoltura(+3,38%, benchè resti un settore marginale).

Sul fronte della disoccupazione si registra un calo dell-8,3%, ma cresce l’inattività: 1.776.039 persone tra i 15 e i 64 anni, di cui oltre il 62% donne. Un dato rilevante riguarda le 35.000 persone in cerca di lavoro che non hanno mai lavorato: un segnale critico sulla transizione scuola-lavoro.

Sempre relativamente all’inoccupazione i giovani NEET in Lombardia superano quota 224.000, pari all’11% della popolazione tra i 15 e i 34 anni. In province come Lecco, Monza, Lodi, Pavia e Sondrio, il tasso di inattività giovanile supera il 45%. Si tratta di un fenomeno ormai strutturale, che richiede interventi urgenti e coordinati tra politiche educative, formative e occupazionali.

Un quarto degli occupati (26%) ha solo la licenza media o un titolo base, mentre tra i disoccupati il 33,4% ha solo la terza media e il 18,6% possiede un titolo universitario

E proprio Il mismatch tra formazione e occupazione resta uno dei principali ostacoli all’inclusione lavorativa.

<< I dati lombardi confermano – evidenzia il segretario confederale Salvatore Monteduro –  quanto la UIL denuncia a livello nazionale: un’intera fascia di lavoratrici e lavoratori vive in una condizione di invisibilità contrattuale e sociale. Precari, part-time involontari, discontinui, intermittenti: sono quelli che abbiamo definito i “fantasmi del lavoro”, impiegati a tempo determinato, sottopagati, senza prospettiva né tutela. E a queste persone bisogna restituire diritti, visibilità e stabilità. Per contrastare l’instabilità e favorire l’inclusione attiva si deve pensare a un piano Straordinario per il Lavoro Dignitoso che possa contrastare alla precarietà, favorisca la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e dia  piena applicazione dei contratti nazionali. In paralleo per i giovani devono essere affrontati percorsi strutturati di apprendistato, rilancio degli ITS, sostegno all’occupazione giovanile stabile. E per le donne si devono potenziare i servizi per la conciliazione, fornendo incentivi alle imprese per l’assunzione e la stabilizzazione delle donne>>.

 

SCARICA IL RAPPORTO INTEGRALE UIL LOMBARDIA