In prefettura a Varese firmato protocollo su salute e sicurezza
Dopo un anno di incontri, di trattative e costituzione di tavoli in collaborazione con il prefetto di Varese oggi è stato sottoscritto il primo protocollo in materia di prevenzione ed educazione sul problema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. All’incontro erano presenti tutte le istituzioni territoriali e tutte le controparti datoriali.
Un importante nel protocollo che come racconta il segretario Antonio Massafra si articola su tre punti.
“Intanto – dice Massafra – la raccolta dei dati che sarà fatta ogni anno a carico di Inail, Inps e Camera di Commercio per capire soprattutto come e in quali settori intervenire per migliorare la situazione. Noi abbiamo già fatto un’esperienza di questo tipo con l’accordo sulla formazione sui luoghi di lavoro insieme a Confindustria. Questa è una prima esperienza ma in calendario ce ne sono già altre. Altro aspetto riguarda la formazione rispetto alla guida delle autovetture e piuttosto che delle moto perché molti infortuni e incidenti mortali avvengono in itinere così come la formazione a scuola. Aspetto che abbiamo già sperimentato come sindacato. Infine, sempre in tema di formazione, è quella relativa alle scuole. Aspetto molto importante che noi abbiamo già sperimentato (il sindacato sta già incontrando i ragazzi delle scuole ndr). Nel protocollo si riconferma che si andrà nelle scuole tutti insieme per una vera e propria campagna di sensibilizzazione e di informazione ai ragazzi delle terze quarte e quinte superiori soprattutto negli istituti tecnici dove già si fa anche l’alternanza scuola lavoro”.
Ma durante il tavolo la Uil ha formulato anche altre proposte alle parti.
“In sede di firma – conclude Massafra – è stato proposto in futuro una collaborazione fra gli RLST, che noi abbiamo già nel settore delle costruzioni, nell’artigianato e nel settore del commercio, con l’ispettorato di lavoro e io come abbiamo ribadito a quel tavolo devono partecipare anche i comuni perché i comuni devono essere resi maggiormente responsabili e perché in ogni comune vorrebbe almeno un assessorato alla sicurezza”.