Il ragazzo autistico rifiutato dalle scuole

 Lettera aperta del Segretario Monteduro ai media

Il diritto negato all’istruzione e all’inclusione. Una vergogna per un Paese che si dichiara civile e moderno

La storia di Tommy, un ragazzo autistico di 15 anni rifiutato da ben 31 scuole, rappresenta una ferita aperta nella coscienza collettiva di un Paese che si proclama civile, moderno e inclusivo. Un diritto sancito dalla nostra Carta Costituzionale – quello all’istruzione – che viene calpestato, lasciando una famiglia sola di fronte a istituzioni incapaci di garantire il supporto necessario.

Le motivazioni addotte dagli istituti scolastici per giustificare il loro rifiuto sono specchio di una realtà drammatica: la carenza cronica di risorse e di personale dedicato, il disinteresse per le necessità dei più fragili e una politica economica che, con tagli continui ai servizi pubblici, mina le fondamenta stesse dei diritti sociali. L’inclusione non può rimanere uno slogan vuoto: deve tradursi in azioni concrete, in politiche che garantiscano la piena applicazione dei principi costituzionali.

L’istruzione: un diritto universale, non un lusso per pochi

L’articolo 34 della Costituzione Italiana stabilisce che “la scuola è aperta a tutti” e che l’istruzione inferiore è “obbligatoria e gratuita”. Tuttavia, la vicenda di Tommy dimostra come, nella pratica, questi principi vengano quotidianamente disattesi. La mancanza di risorse dedicate al sostegno scolastico, l’assenza di personale adeguatamente formato e la disorganizzazione del sistema educativo creano un meccanismo di esclusione che colpisce proprio coloro che dovrebbero essere maggiormente tutelati.

La responsabilità politica dietro il fallimento del sistema

Non possiamo accettare che i tagli alla spesa pubblica si traducano nell’abbandono di famiglie che si trovano già a dover affrontare sfide enormi. L’assenza di una strategia chiara per garantire il diritto all’istruzione ai ragazzi con disabilità non è un problema tecnico, ma una precisa scelta politica. Il continuo disinvestimento nei servizi scolastici e di supporto mina la credibilità stessa delle istituzioni e alimenta le disuguaglianze sociali.

Basta giustificazioni, servono risposte e impegni concreti. Chiediamo e con forza che il Ministero dell’Istruzione l’Ufficio Scolastico Regionale, la Regione Lombardia e il Comune competente di dare risposte immediate e concrete alla famiglia di Tommi. È inaccettabile che uno studente venga privato del diritto all’istruzione a causa di carenze strutturali e burocratiche. Chiediamo inoltre al Garante per l’Infanzia di intervenire affinché la Costituzione venga rispettata.

In questo senso è necessario un piano straordinario di investimenti per:

  • Aumentare il numero di insegnanti di sostegno e garantirne la stabilità;
  • Rafforzare il coordinamento tra scuole, famiglie e servizi territoriali;
  • Garantire risorse adeguate all’inclusione scolastica;
  • Contrastare ogni forma di discriminazione nei confronti degli studenti con disabilità.

L’Italia non può permettersi di voltare le spalle a chi ha più bisogno. L’inclusione non è un’opzione, ma un dovere civile e morale. Chiediamo che le istituzioni agiscano immediatamente per garantire a Tommy e a tutti i ragazzi con disabilità il diritto di studiare e costruire il proprio futuro con dignità e pari opportunità. Per questo continueremo a monitorare e denunciare ogni caso di esclusione, affinché nessun ragazzo venga lasciato indietro.

 

Salvatore Monteduro

Segretario Confederale UIL Lombardia