Fermiamo i morti sul lavoro!
Nella settimana altri due infortuni in Lombardia, di cui uno mortale. Un operaio di 55 anni è rimasto schiacciato sotto un muletto ed è deceduto, mentre un altro di 71 anni sarebbe precipitato da un’impalcatura all’interno di una officina meccanica riportando gravi ferite. Solo la scorsa settimana è deceduto anche il terzo operaio coinvolto nel gravissimo infortunio avvenuto nel cantiere dell’Istituto Auxologico Italiano di Meda, il terzo incidente mortale in due giorni che ha colpito il mondo del lavoro, e in particolare nel territorio della Brianza.
Nella bergamasca solo qualche giorno fa un operaio è rimasto intrappolato in un’impastatrice e a seguito delle ferite riportate è poi deceduto. Non si tratta di aggiornare un triste elenco di feriti gravi o morti, statistiche che nascondono il dramma umano, che si riflette sia sulle condizioni di vita degli interessati che sulle famiglie. A loro esprimiamo il cordoglio e la solidarietà delle Organizzazioni Sindacali, ma si impone la necessità di capire cosa fare e come impedire questi drammatici eventi. Non si può continuare a morire di lavoro in questo paese. Tutto questo nel silenzio generale e, ancora più grave, nel provvedimento del Governo che taglia 150 milioni all’anno le risorse INAIL destinate alla prevenzione e alla formazione, o, peggio ancora, consentendo all’Inail stesso di rivalersi anche nei confronti dei lavoratori sugli indennizzi concessi, oltre che sui responsabili e sulle imprese che hanno causato l’infortunio. Ancora una volta saranno solo le lavoratrici e i lavoratori a pagare!
Al contrario CGIL CISL e UIL e Confindustria hanno recentemente sottoscritto un accordo di attuazione del ‘Patto per la fabbrica’ in ambito salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che vuole dare proposte concrete, precise e soprattutto attuabili su questi temi. Bisogna continuare a pretendere che le aziende rispettino le regole, intensificare la formazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro e aumentare i controlli, quindi è necessario uno sforzo da parte di tutti, datori di lavoro e organi di controllo in testa. Alle istituzioni a tutti i livelli chiediamo un preciso impegno per affrontare in modo deciso ed efficace la questione, a partire da Regione Lombardia a cui chiediamo il rispetto degli impegni presi lo scorso anno in occasione del Piano Straordinario per la Prevenzione, resosi necessario dai gravi e ripetuti incidenti occorsi.
Per perseguire l’obiettivo di controlli efficaci è necessario verificare l’adeguatezza delle risorse, sia umane che materiali e stanziarne di ulteriori, non limitandosi alle sole derivanti dalle sanzioni comminate dagli Enti Ispettivi, quindi non limitandosi a quanto già previsto dalla legge. Altrettanto importante è dar vita in tutte le realtà ai Piani mirati per la Prevenzione, o renderli esigibili, troppo spesso soggetti a ritardi incomprensibili. Fondamentale è procedere a verificare l’adeguatezza della formazione erogata ai lavoratori, quando effettuata, che non può e non deve limitarsi a “formalità”. Come spiegare altrimenti il ripetersi di cause di infortunio note da decenni? Attuazione concreta degli strumenti e forte determinazione di tutti i soggetti coinvolti! Basta morti sul lavoro!