Autonomia Differenziata, Patto di Stabilità, Enti Locali
La UIL interviene sulle parole del presidente Fontana e del sindaco Sala
Enrico Vizza: <<Regione Lombardia e comune di Milano, devono dialogare in modo costruttivo. Al presidente Fontana diciamo che il mondo, dopo il referendum 2017, è cambiato. Al sindaco Giuseppe Sala chiediamo che si attivi con tutti i sindaci per valorizzare i punti del referendum abrogativo che ha visto UIL e CGIL impegnati nella raccolta delle firme e intervenga sul disagio di famiglie, lavoratori e studenti >>
<<A chi pensava – esordisce il segretario generale della UIL Enrico Vizza – che la raccolta firme per il referendum abrogativo della Legge Calderoli, fosse uno slogan da “ombrellone”, rispondiamo che il sole di luglio ed agosto non solo non ha fermato il gruppo dirigente della UIL Lombardia organizzando nelle piazze dei Comuni Lombardi banchetti per la raccolta firme, ma ha portato migliaia di persone a firmare anche in quella Lombardia che ha fatto il referendum nel 2017. Una campagna che proseguirà anche nelle prossime settimane del mese di settembre. Al presidente Fontana, ricordiamo che il mondo è cambiato più volte dopo il referendum del 2017 e che la pandemia ha mostrato le diverse fragilità degli enti locali proprio a partire dalle Regioni. Non solo in questa legge mancano i Lep, ma mancano anche le risorse umane per far funzionare anche quelle materie che Regione Lombardia vorrebbe gestire nell’ambito dell’Autonomia. La Lombardia si impegni maggiormente a potenziare i servizi a cittadini e imprese (sanità, trasporti, casa- abitare, welfare di comunità) anche senza l’autonomia>>
Così, la UIL Lombardia, nel prendere atto delle dichiarazioni di fine agosto del Presidente della Regione Attilio Fontana e della lettera del Sindaco Giuseppe Sala, interviene attraverso le parole del Segretario Generale Enrico Vizza, che ricorda i documenti approvati dagli organismi confederali Nazionali e Regionali e trasmessi al Presidente Fontana, al Presidente ANCI Lombardia e i Sindaci dei Comuni capoluogo di provincia già a partire dal 2023 e trasmessi ai sindaci nel mese di luglio 2024.
La posizione della UIL è chiara. Molte sono le criticità indicate nel testo di legge. Ci sono materie che devono rimanere di competenza dello Stato Centrale. Inevitabilmente aumenteranno le disuguaglianze non solo tra il sud e il nord del paese, ma tra territori limitrofi del nord. Con l’attuazione dell’Autonomia Differenziata, così come approvata, non ci saranno prospettive di crescita sociale, economica e occupazionale.
<< Nella nostra Regione – continua il segretario Enrico Vizza – avremmo voluto, nel corso del dibattito degli ultimi anni sul tema dell’Autonomia, un confronto serio e non demagogico, strutturale e non propagandistico come invece è apparso in più occasioni. E questo confronto l’avremmo voluto proprio con i rappresentanti degli Enti Locali nelle persone dei Sindaci. Proprio per evitare quelle conseguenze che andranno ad incidere fortemente sul tessuto negli aspetti di carattere sociale e di aumento delle disuguaglianze. Al Sindaco Sala diciamo bene che abbia espresso la sua posizione sull’autonomia evidenziando, come già da tempo dice la UIL, che la legge rischia di danneggiare non solo i lavoratori ma anche il tessuto produttivo (differenze normative tra i territori). Per questo sarebbe importante, in questo momento, che il primo cittadino si facesse promotore con tutti i colleghi lombardi delle istanze che rafforzano i temi del referendum. Allo stesso tempo serve che Sala e gli altri Sindaci tornino a garantire anche con più forza, la riforma delle provincie e della città metropolitana di Milano. Durante la raccolta firme abbiamo raccolto non poche difficoltà di famiglie, pensionati, lavoratori e studenti su Milano e la Città Metropolitana>>.
E sul tema dei LEP Vizza puntualizza a Fontana quanto ci sia ancora da fare <<In merito ai LEP – conclude Vizza – vorrei ricordare che non basta dire che si può partire e poi si vedrà. E non parliamo soli delle difficoltà a trovare le risorse economiche, visto che la regione avanza un tesoretto di 11 miliardi di euro (fonte Moody’s) ma quelle umane per garantire la gestione delle materie di cui parla Regione Lombardia. Se è in crisi adesso per la sanità, trasporti o per i concorsi pubblici che spesso vanno deserti, come si può pensare di gestire altre materie? La Lombardia ha difficoltà a reperire personale. Sarebbe opportuno portare a regime gli attuali poteri attraverso le proprie partecipate e fare tutte quelle attività necessarie per dimostrare che questa è una regione che oggi governa già bene e garantisce dei servizi efficienti e uguali ai suoi cittadini, invece di pensare a un’autonomia che dividerà sempre di più creando disparità per i lavoratori, ma anche tra le imprese>>.