Lavoro in Lombardia, calano le assunzioni
LAVORO IN LOMBARDIA: ASSUNZIONI IN CALO, TURNOVER ELEVATO E PRECARIETÀ CRESCENTE
Salvatore Monteduro: “La qualità del lavoro in Lombardia sta peggiorando. I contratti stabili diminuiscono, mentre aumentano forme precarie e a basso tasso di tutela. Servono incentivi alla stabilizzazione, rilancio dell’apprendistato, contrattazione collettiva inclusiva e formazione continua”
Il mercato del lavoro nei primi sei mesi del 2024 è preoccupante: se da un lato diminuiscono le nuove assunzioni (-1,85% rispetto al 2023), dall’altro aumentano le cessazioni (+0,82%), con un saldo positivo complessivo che, però, nasconde una forte precarizzazione e un turnover sempre più accentuato. Lo confermano i dati UIL Lombardia elaborati sulla base delle informazioni INPS.
- Assunzioni totali in Lombardia (I semestre 2024): 769.645 (-1,85% rispetto al 2023).
- Cessazioni totali in Lombardia (I semestre 2024): 661.812 (+0,82% rispetto al 2023).
- Saldo assunzioni-cessazioni: +107.833, con predominanza di contratti precari.
“Il calo delle nuove assunzioni – sottolinea il Segretario Generale UIL Lombardia, Salvatore Monteduro – rispetto allo stesso periodo del 2023 rappresenta un campanello d’allarme per l’economia lombarda. Un segnale chiaro di una possibile frenata economica, che richiede interventi immediati per invertire questa tendenza negativa. I numeri ci dicono che ci troviamo di fronte a meno stabilità e a più precarietà nonostante il Governo dica ben altro. Le tipologie dei contatti mostrano una chiara tendenza verso rapporti di lavoro meno stabili: a tempo indeterminato sono calati del -3,85%, quelli di apprendistato del -16,10%, in somministrazione del -3,80%, mentre quelli intermittenti aumentano del +6,25%. Unico dato in aumento, ma legato a forme di lavoro estremamente precarie>>.
Gli aumenti invece si registrano come spiega Monteduro sulle Cessazioni dove vi è un turnover elevato e fragilità del sistema occupazionale con un aumento delle cessazioni (+0,82%) accompagnato da dinamiche preoccupanti: con contratti intermittenti cessati a un +8,40% e a tempo determinato cessati con un +2,67%. Dati che indicano un utilizzo “usa e getta” del lavoro a termine e la mancanza di consolidamento di rapporti stabili.
I numeri delle provincie (si veda specchietto della seconda pagina) danno un quadro più esaustivo che, Sondrio a parte, evidenziano una crescita nelle assunzioni benchè queste siano rappresentate da un forte utilizzo di contratti precari, con un turnover che non rafforza il mercato del lavoro.
“Questi dati non devono trarre in inganno. Sebbene il saldo tra assunzioni e cessazioni sia positivo, la qualità del lavoro in Lombardia sta peggiorando. I contratti stabili diminuiscono, mentre aumentano forme precarie e a basso tasso di tutela. Non stiamo costruendo occupazione di qualità, ma alimentando un sistema frammentato, che non garantisce prospettive né ai lavoratori né alle imprese. Il calo delle nuove assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2023 è un chiaro segnale di rallentamento dell’economia lombarda. Per evitare che questa tendenza si aggravi, è necessario intervenire con decisione, investendo sul lavoro stabile e di qualità. Si deve pensare ad incentivi alla stabilizzazione, magari attraverso premi per le imprese che trasformano contratti a termine in indeterminati ma che non procedono a licenziamenti ad un rilancio dell’apprendistato con una formazione di qualità per garantire percorsi stabili ai giovani a una contrattazione collettiva inclusiva attraverso accordi che valorizzino la qualità occupazionale e a una formazione continua per avere lavoratori più qualificati e competitivi>>.