inquinamento

Qualità dell’aria in Lombardia. Cosa fare

L’aria tossica sta avvolgendo l’intera pianura padana, partendo dal Piemonte e attraversando la Lombardia, coinvolgendo a sua volta l’Emilia Romagna, il Veneto, il Friuli e l’Alto Adige. Questo fenomeno crea probabilmente la più alta concentrazione di agenti inquinanti nell’area dell’eurozona. Le condizioni morfologiche del territorio, tuttavia, non favoriscono il passaggio dei venti e il ricambio dell’aria, determinando un’aria nociva. Nonostante ciò, l’inquinamento in Lombardia è diminuito di almeno il 40% negli ultimi vent’anni.
In questo quadro, ogni volta che i limiti di allarme vengono superati, si scatena una disputa tra la Regione e il Comune di Milano, per scaricare le responsabilità.
Tuttavia, questa disputa non aiuta a risolvere i problemi. L’interesse della collettività dovrebbero prevalere dalle contrapposizioni politiche e delle tensioni tra le due istituzioni.
Un esempio virtuoso proviene da Bologna, una delle 9 città italiane e delle 100 in Europa che ha deciso di anticipare al 2030 la neutralità carbonica. Questo ambizioso obiettivo richiede un investimento di 11 miliardi di euro. L’accordo con il sistema delle imprese, il cambiamento del sistema degli appalti per l’approvvigionamento dei combustibili e gli investimenti nella transizione da energia fossile a rinnovabile sono passi fondamentali. Inoltre, è previsto un bando per un progetto di partenariato pubblico-privato per migliorare l’alimentazione di tutti gli
edifici pubblici.

Fatta questa premessa, i cittadini della pianura padana registrano il più alto numero di malattie respiratorie e morti causate da microparticelle inquinanti. Queste microparticelle provengono da diversi fattori:
1. Utilizzo dei mezzi di trasporto su gomma
2. Riscaldamento degli edifici a combustione fossile
3. Agricoltura e allevamento intensivo
4. Sistema industriale e produttivo

Partiamo da una considerazione: la Commissione europea ha concesso un ulteriore deroga ai limiti da rispettare per la pianura padana, riconoscendo che, date le condizioni morfologiche e le tecnologie esistenti, il miglioramento nel bacino padano risulterebbe non raggiungibile neppure chiudendo il 75% del sistema delle imprese, delle aziende agricole e dello spegnimento del riscaldamento, nonché adottando una mobilità sostenibile al 100% elettrica.
Riteniamo che non sia più sufficiente limitare l’utilizzo e l’ingresso solo a Milano.
Come in tutte le grandi città, il cordone tossico dell’aria è generato anche dalle grandi arterie stradali e autostradali che attraversano le regioni padane, e la Regione Lombardia è al centro di queste arterie. Inoltre, l’inquinamento derivante dal sistema di riscaldamento a combustione fossile contribuisce ulteriormente.
Pertanto, sono necessarie azioni e strategie tra tutte le Regioni della pianura padana per individuare un impegno sinergico politico istituzionale per individuare tutte le misure e investimenti necessari per preseervare la salute di noi tutti e dell’ecosistema. A Milano, tra gennaio e marzo, si è registrato più volte il livello di inquinamento atmosferico con dati molto preoccupanti.

Ecco alcuni dati rilevanti:

PM 10: è stato registrato a quota 118 microgrammi per metro cubo, ed è un particolato sospeso costituito da particelle che hanno un diametro sotto i 10 micron, ( più piccolo del diametro di un capello) e può racchiudere una serie di agenti inquinanti diversi, per esempio: l’usura dei freni dei veicoli su gomma, agli ossidi di azoto e ammoniaca che si trovano nell’aria, causati anche dal riscaldamento degli edifici e le stufe a legna. Questo tipo di particolato può causare irritazione delle vie respiratorie e contribuire a problemi di salute a lungo termine.

• PM 2.5: è un particolato sospeso con diametro inferiore a 2,5 micrometri, è leggermente al di sotto dei 100 microgrammi per metro cubo.
Questo particolato è ancora più preoccupante, poiché può penetrare profondamente nei polmoni e causare danni significativi alla salute.
Quindi, Il traffico di veicoli rappresenta una fonte importante di ossido di azoto con oltre il 50% in città, arrivando anche al 60-70%, di PM 10 nell’aria. L’agricoltura è sotto accusa per lo spargimento dei rifiuti reflui zootecnici che da inizio febbraio vengono utilizzati per fertilizzare il terreno.

“La persistenza di questa situazione sta scuotendo la società civile, che sta cominciando a ribellarsi a questa condizione e a ricorrere alle vie legali.”
Le Amministrazioni pubbliche in Piemonte sono a processo, e il Tribunale di Torino, per il 18 giugno prossimo, ha chiamato gli amministratori di Torino e della Regione, ovvero: Fassino, Appendino, Chiamparino e l’attuale Governatore Cirio e l’Assessore all’ambiente Marnati. Questi sono stati accusati di non aver adottato sufficienti provvedimenti e contromisure per contrastare l’inquinamento.
Ritornando alla nostra Regione, il Responsabile dell’Arpa Lombardia, Guido Lanzani, conferma che le condizioni meteorologiche, in assenza di vento e pioggia, generano il ristagno dell’aria in tutto il bacino padano, concentrando l’inquinamento derivato da più sorgenti dannosi, intanto la Regione predispone le seguenti misure:

  • Limitazioni al traffico: Nei comuni con più di 30.000 abitanti delle province coinvolte, è prevista la limitazione alla circolazione per veicoli Euro 0 e 1 di qualsiasi alimentazione e per i veicoli Euro 2, 3 e 4 a gasolio. Questa restrizione si applica tutti i giorni nella fascia oraria 7:30-19:30.
  • Divieto di combustioni: È vietato accendere fuochi all’aperto in tutti i comuni delle province coinvolte.
  • Controllo del riscaldamento: In tutti i comuni della provincia delle province coinvolte, è vietato tenere temperature superiori a 19 gradi nelle abitazioni e negli esercizi commerciali. Inoltre, l’uso di generatori a legna per il riscaldamento domestico (con classe emissiva fino a 3 stelle compresa) è limitato.
  • Agricoltura: È vietato spandere gli effluenti di allevamento, le acque reflue, i digestati, i fertilizzanti e i fanghi di depurazione, salvo iniezione e interramento immediato, in tutti i comuni della provincia coinvolte.
  • Allevamento: l’allevamento intensivo è una delle maggiori cause di inquinamento, a Treviso è scattato l’allarme PM 10, tra gennaio e febbraio si è toccato il 200 di PM giornalieri.
  • Incentivi alla sostituzione dei veicoli inquinanti: La Regione Lombardia promuove la sostituzione di veicoli inquinanti con modelli più efficienti o alimentati da fonti più pulite.

In conclusione, riconosciamo che la Regione Lombardia sta attivamente promuovendo la transizione verde ed ecologica attraverso diverse iniziative, tra cui l’economia circolare, lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e un’agricoltura più sostenibile. Queste misure, a nostro avviso, contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria, ma non risolvono completamente il problema.
Tuttavia, la sfida ecologica non potrà essere vinta se la Regione Lombardia non collaborerà sinergicamente con tutte le altre regioni del bacino padano La sfida ecologica non potrà essere vinta se assieme alla Regione Lombardia non ci sarà un lavoro sinergico di tutte le regioni del bacino padano. È essenziale che questa collaborazione sia supportata da regole e norme europee che, anziché penalizzare, prevedano azioni concrete per favorire una vera transizione ecologica.

Enrico Azzaro
Segretario Confederale