Certificazione parità di genere, il danno è servito

Certificazione che ottieni discriminazione che trovi: è il caso emblematico del Sole 24 ore, condannato dal Tribunale di Milano, sezione lavoro, per aver demansionato una sua giornalista al rientro alla maternità. “Questo caso è emblematico, – dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria confederale UIL Lombardia – uno tra i più importanti gruppi editoriali italiani, ottenuta sei mesi fa la certificazione della parità di genere, viene successivamente condannato per discriminazione verso una sua dipendente.  Nei fatti – continua Eloisa Dacquino –   dimostra la bontà delle richieste UIL di modifica della prassi necessaria per l’ottenimento della certificazione, che ricordiamo consente vantaggi nelle graduatorie per appalti e gare pubbliche nonché esoneri contributivi alle aziende, e la necessità di collegare questo strumento alla contrattazione collettiva e il pieno coinvolgimento delle lavoratrici. Diversamente, come nel caso di specie, a ottenere beneficio sono e saranno solo le aziende con buona pace delle donne discriminate. Oltre il danno, la beffa”.