Transizione green: in Lombardia manca un progetto di politica industriale
Enrico Vizza: “Come si pensa di gestire nella nostra regione la transizione nell’automotive, nell’abitare e nel settore energetico? Vogliamo risposte, ma anche essere parte dei tavoli per le soluzioni”
La transizione ecologica, ambientale, energetica è già partita con le grandi multinazionali e i gruppi internazionali che sembra abbiano già deciso le scelte che interesseranno i paesi europei Italia compresa.
Davanti a questo secondo Uil Milano Lombardia pare proprio che il nostro paese non abbia un progetto che affronti il tema se non attraverso spot e slogan come hanno mostrato anche alcuni sindaci che si sono inventati misure talvolta senza la partecipazione della cittadinanza (vedi area B). Un progetto a 360° che spazi su diversi settori: automotive, abitazioni, energia.
<<In Lombardia – sottolinea il segretario generale UIL Lombardia Enrico Vizza – nel settore Automotive ci sono circa 1000 imprese e 50 mila lavoratori che si troveranno a fare i conti con le decisioni europee. Con la messa al bando dei motori endotermici si ha un rischio che potrebbero essere persi 15-20 mila posti di lavoro. E come pensiamo di gestire l’indotto come ad esempio le ricariche? Come si affronta nel territorio e nelle città la questione senza una piano infrastrutturale con aree a spazi adeguati per ricaricare le batterie? Come si vuole affrontare il tema delle città GREEN che l’Europa ci chiede senza una politica nazionale e regionale? Con 11 miliardi di crediti legati ai bonus edilizi di cui 3 ormai non più richiedibili agli istituti di credito? Come si affronta la produzione di energia pulita se non sopportiamo il processo di riconversione con impianti di energia rinnovabili?>>.
<<La Regione Lombardia – conclude Vizza – deve costituire una cabina di regia con un tavolo permanente investendo risorse che devono andare a sostegno delle famiglie e dei lavoratori. Dobbiamo valorizzare strumenti di integrazione salariale a livello Regionale per i periodi in cui i lavoratori rischieranno di restare a casa anche attraverso la Formazione e un’integrazione economica. In Lombardia manca una politica INDUSTRIALE in grado da affrontare le sfide a cui siamo chiamati. Come pensiamo di far fronte al grande progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato dal punto di vista energetico e climatico se non ci sono investimenti a favore delle famiglie. E sul PNRR chiediamo che laddove ci sono tavoli di confronto si inizi ad operare e dove mancano, come ad esempio il Comune di Milano Città Metropolitana sia promosso il confronto con il sindacato>>.