Donne le più colpite dai contagi professionali da Covid-19
A pochi giorni dall’8 marzo, giornata internazionale della donna, l’Inail pubblica il “Dossier donne 2021“, un bilancio dei contagi professionali a un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19: dai dati sulle denunce pervenute al 31 gennaio 2021, emerge che le donne sono le più colpite, con circa 70 contagi professionali ogni 100. Assolutamente in controtendenza sul complesso degli infortuni sul lavoro, in cui i casi femminili si attestano al 36%, le lavoratrici sono quindi le più colpite dai contagi professionali da Covid-19; l’età media delle contagiate è di 46 anni e l’età media delle donne decedute è di 56 anni.
Tra le categorie più colpite le infermiere, le fisioterapiste, le operatrici sociosanitarie, le lavoratrici per i servizi personali e assimilati, i medici e le lavoratrici non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari. Gli infortuni al femminile aumentano: tra il 2015 e il 2019, a fronte di un aumento dell’occupazione del 1,1%, gli infortuni delle lavoratrici hanno registrato un inquietante + 1,8%. Crescono gli infortuni al femminile soprattutto tra le ultrasessantenni con un incremento del +14,8% nella classe specifica tra i 65 e 69 anni. Più della metà degli infortuni al femminile sono concentrati al nord Italia (60,2%), segue il centro (20,6%) e quindi il mezzogiorno (19,2%).
Sul territorio, gli infortuni si concentrano prevalentemente nelle regioni che hanno registrato il maggior numero di contagi nella popolazione.
In particolare, la Lombardia raccoglie il 28,3% delle denunce femminili, seguita da Piemonte (15,4%), Veneto (11,1%) ed Emilia Romagna (8,5%). Le province col maggior numero di infortuni da Covid-19 sono Milano (10,5% dei casi nazionali), Torino (7,9%), Roma (4,1%), Varese, Brescia e Verona (tutte con il 2,9%).
La Lombardia è anche la regione che registra il maggior numero di vittime femminili, ben il 39,2%, a seguire l’Emilia Romagna (15,2%) e il Piemonte (8,9%).
In testa, tra le province, Milano (11,4%), Bergamo (10,1%) e Parma (7,6%).
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare il dossier al seguente link