Discriminate e a rischio esclusione e disuguaglianza
“I dati relativi alla convalida delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri riferiti all’anno 2022, contenuti nella Relazione dell’INL, confermano quanto rivendichiamo da tempo – dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria confederale UIL Lombardia – ovvero la necessità di un potenziamento complessivo della rete dei servizi, l’attuazione di politiche che favoriscano concretamente il corretto equilibro tra vita professionale e personale. Occorre superare la logica dei bonus e promuovere azioni che siano strutturali ed efficaci nel tempo, e che riguardino in egual misura uomini e donne.”
La Lombardia si conferma la regione con maggior numero di convalide 15.086 (12.023 nel 2021). In tutti gli ambiti territoriali prevalgono nettamente le convalide relative alle lavoratrici madri, che rappresentano il 69% di quelle emesse nel Settentrione (67% nel 2021). E ancora che il numero di convalide di dimissioni/risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri, attesta ancora la Lombardia con il maggior numero, 10.687 (8.334 nel 2021).
“La realizzazione delle donne è di fatto ostacolata con la maternità, questa è la realtà. Se guardiamo alla Relazione INL sulle dimissioni 2022 – continuaEloisa Dacquino – ai risultati del Rapporto OcsePisa che attesta il più alto divario tra ragazze e ragazzi italiani in termini di apprendimento della matematica, agli ultimi dati riferiti al gender gap occupazionale in cui nel 2022 il tasso totale di disparità di genere nel lavoro dipendente è aumentato dal 9,5% al 9,8%, e per quanto attiene alle professioni raggiunge livelli elevati nel campo scientifico, ingegneristico e della produzione (67,5%), nelle professioni apicali di imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende (59,2%), nonché specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (55,9%), possiamo affermare senza ombra di dubbio che le donne continuano ad essere discriminate nel nostro Paese, maggiormente esposte a rischio di esclusione e disuguaglianza anche in una regione come la Lombardia e quanto poco si stia facendo contro gli stereotipi di genere che pesano sin dai primi anni scolastici”.