Casa e Abitare: il convegno della UIL
Lavoro, casa e abitare, mobilita’ e trasporti: Milano, l’area metropolitana, la citta’ policentrica lombarda e l’assenza di risorse da parte dei governi.
Governo e Regione e Comuni devono lavorare a un PIANO CASA LAVORATORI per contrastare un disagio abitativo che va affrontato con misure strutturali e con una visione di lunga durata attraverso investimenti pubblici, misure e interventi urbanistici non speculativi favorendo canoni di affitto calmierati e l’acquisto sostenibile>>.
Questa la conclusione che sta alla base del dibattito organizzato dalla UIL a Milano alla Fondazione ATM, con interventi e testimonianze di lavoratori, politica locale, docenti e mondo delle associazioni. Un momento per fare chiarezza sul tema dell’emergenza abitare a Milano e in Lombardia. Una emergenza che vede al primo posto il caro affitti che assorbe il 60-70% dello stipendio di lavoratrici e lavoratori che guadagnano 1.300,00, 1.500,00, mensili, ma che anche stipendi che si fermano a € 1.000,00 mensili e una situazione degli sfratti che vede la Lombardia al primo posto in Italia come regione in cui si registra un aumento (+13%) per morosità.
L’apertura dei lavori è lasciata ai saluti istituzionali del Presidente della Fondazione ATM, Francesco Viola e da quelli del presidente Tribunale di Milano dott. Fabio Roia.
Dopo le testimonianze dei lavoratori è partita l’analisi del prof. Giorgio Goggi in cui è stato evidenziato come lo storico “patto sociale milanese”, fondato su il lavoro e cittadinanza allargata, oggi non è più nelle priorità della politica. L’analisi, realizzata in collaborazione con la UIL Lombardia, percorre le scelte di urbanistica e inclusività di Milano e della Città Metropolitana negli ultimi 40 anni. Un osservatorio che traccia un bilancio finale impietoso che vede la Milano inclusiva e per tutti trasformarsi in città per pochi con prezzi per case e affitti ormai inarrivabili e servizi alle persone ormai abbandonate dalla politica.
La soluzione è quella di frenare la speculazione edilizia dei grattacieli e tornare al vecchio patto sociale anche attraverso scelte urbanistiche che favoriscano l’inserimento della popolazione nel capoluogo ma che possano essere inserite nel tessuto sociale anche attraverso una vera e propria attivazione della Città Metropolitana che al momento appare solo un contenitore vuoto e senza poteri. E da qui l’analisi prosegue nel mondo dei trasporti: auto, metro, passante, piste ciclabili, le potenzialità dei navigli. Il tutto per una popolazione che sembra sia sempre più esclusa dalla città dopo i mancati investimenti da parte della municipalità (quello che Goggi nella sua trattazione definisce “Lo Sciopero delle risorse collettive”).
E l’amara conclusione che l’edilizia a Milano non può essere solo profitto, cemento, grattacieli, metri cubi e speculazione. Serve equilibrio, inclusione, bisogni delle persone, regole, ambiente, qualità della vita, servizi e una visione della città allargata oltre i confini della Città Metropolitana, quest’ultima spesso citata nei convegni e nei seminari, ma poi dimenticata da tutta la politica. Per questo si chiede il Recupero e la valorizzazione del patrimonio pubblico residenziale (sono oltre 20.000 gli immobili sfitti di proprietà ALER e MM in Lombardia).
E da qui è iniziato il dibattito con la tavola rotonda condotta dal Segretario Generale UIL Lombardia Enrico VIZZA che ha sottolineato ancora una volta come <<Negli strumenti urbanistici dei Comuni (PGT) servano misure finalizzate ad ampliare e recuperare l’Edilizia Sociale per Studenti, Giovani Coppie e Anziani, anche coni interventi ERS e iniziative sovracomunali. Su questo la UIL ha posto l’attenzione scrivendo al Sindaco di Milano Giuseppe Sala e a tutti i Sindaci dei Comuni capoluogo di provincia in Lombardia. Perché per la casa e l’abitare serve una visione di area metropolitana con un housing sociale vero basato sull’accesso all’acquisto delle abitazioni proporzionato al reddito dei lavoratori. Ci sono due cose che non sono ne di destra e ne di sinistra: la valorizzazione del sistema cooperativo per la casa e perseguire chi specula sugli affitti a lavoratori e studenti>>.
Nel dibattito secondo Carmela ROZZA Consigliera della Regione Lombardia (già assessora al Comune di Milano) <<La connessione tra trasporti e abitare è fondamentale per poter agire in equilibrio. Dobbiamo ristrutturare i 36.720 alloggi di Aler e dei comuni della Lombardia. Se questo è il punto esistono 2 aspetti del problema. Intanto trovare risposte veloci e immediate per i lavoratori che devono poter vivere Milano e dall’altra parte si devono immaginare progetti per il futuro.
E questo ci porta a pensare ai chi sarà poi in pensione domani. Come gruppo consigliare stiamo preparando un testo di legge a livello regionale per l’edilizia sociale. Qui le leve per l’edilizia sociale sono tante e vanno toccate tutte. In una visiona di programmazione si deve affrontare il tema a tutto tondo. Vanno riempiti gli alloggi vuoti e si devono ristrutturare quelli che vanno sistemati e qui si può optare dandoli in concessione per 99 anni alle cooperativa (una nuova generazione di proprietà indivisa) che pensa alla ristrutturazione. In alternativa deve essere il pubblico a provvedere in parte alla ristrutturazione degli alloggi mentre una parte vinee fatta dal lavoratore a prezzo calmierato e scontato sull’affitto con una garanzia fornita parte del datore di lavoro sul prestito>>.
Secondo Paolo PANCIROLI CNA Lombardia, <<La rigenerazione urbana attraverso la sistematica riqualificazione degli immobili sia la vera strada. Una scelta obbligata, che è ben diversa da quella che è stata fatta finora che è al contrario una speculazione. E’ necessaria l’introduzione di una nuova misura di incentivo permanente agli Ex IACP.. Da qui la richiesta Al Governo di mantenere gli incentivi attuali proprio per
evitare quello che rischia di accadere. L’arrivo del nuovo piano casa annunciato nella legge di bilancio potrebbe essere un piano di svolta. Ci auguriamo che i nuovi modelli innovativi di edilizia pubblica e social housing (settore dove è macroscopico il gap rispetto al resto dell’Europa) siano la vera svolta per il diritto alla casa>>.
Alessandro MAGGIONI presidente CCL (Consorzio Cooperative Lavoratori), ha posto l’attenzione sul passato dove <<il ceto medio una volta poteva ambire ad un ascensore sociale. Oggi questo non accade più. E sul tema della casa le cooperative sono e saranno fondamentali. Sulla vicenda del Salva Milano non arriverà da una legge ad hoc, ma dal PGT e dall’edilizia sociale. Le parole d’ordine deve essere redistribuzione, regolazione, e collettivo, tornando a una dimensione umana e di vera collaborazione tra le persone e le aziende>>
Per Enrico MARCORA Consigliere del Comune di Milano <<La politica deve rimettere al centro il tema della casa. A Milano negli ultimi 10 anni i fondi finanziari internazionali hanno scoperto che si poteva avere un margine superiorerispetto ad altri investimenti. E quando uno finanziarizza la casa questa diventa un’azione su cui si deve seguire l’andamento. L’amministrazione comunale non ha gestito l’arrivo di queste realtà. Questo è un elemento su cui prossimamente si parlerà moltissimo. La casa a prezzi abbordabili è un tema fondamentale e ci sono una serie di norma che avrebbero consentito di fare edilizia economica popolare. I sindacati devono essere coinvolti maggiormente nelle decisioni e non solo a tavoli che molte volte sono sterili>>
Le conclusioni sono state tratte dal Segretario Confederale Nazionale UIL Santo BIONDO. <<Oggi discutiamo di sociale, di quanto i prezzi delle case incidano sulle spese delle famiglie e anche sulla possibilità dei giovani di potersi inserire nel mercato del lavoro fuori sede. La questione deve avere una taratura di carattere nazionale: noi contestiamo fortemente questa legge di bilancio perchè emargina e non promuove l’emergenza salariale.Il 29 novembre faremo uno sciopero generale per chiedere al governo di cambiare atteggiamento nei confronti del tema sociale e lo faremo in tutte le piazze italiane insieme alla CGIL. Quando si affrontano temi si pensa soprattutto ai giovani che provano a inserirsi in un contesto dinamico come Milano, che dal punto di vista delle possibilità occupazionali offre opportunità importanti, ma sono penalizzate: si penalizza il merito, ed è questo che stiamo provando a far capire al governo>>.