Corona Virus. Voucher del settore agricolo
In questi giorni è forte il pressing di Coldiretti, Confagricoltura e Cia, sul Governo per modificare l’attuale legislazione sui voucher, con la pretesa di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro per “ovviare alla difficoltà di trovare lavoratori stagionali da impiegare nelle operazioni di raccolta” legata all’emergenza Covid-19.
FAI-FLAI-UILA della Lombardia, ricordano che il settore agricolo è da sempre dotato di norme contrattuali che combinano massima flessibilità del mercato del lavoro con tutele certe per i lavoratori. Pertanto, modificare l’attuale legislazione sui voucher, ampliando la platea dei beneficiari o, peggio ancora, ristabilendo l’uso di buoni cartacei in quanto non tracciabili come quelli in vigore, utilizzati in passato per lavoro nero, oltre a favorire elusione fiscale e la compressione dei diritti dei lavoratori, rischia in questa fase di emergenza sanitaria di compromettere le misure del contenimento del contagio. A nostro avviso, diventa strategica l’applicazione della legge 199/ 2016 (contro lo sfruttamento e il Caporalato), che all’art. 8 prevede l’istituzione delle sezioni territoriali presso l’Inps, composte dalle Organizzazioni Sindacali e Associazioni Datoriali agricole, l’Ispettorato del Lavoro, l’Inail l’Asl e i Comuni, che possono intervenire per facilitare nel contempo l’incontro della domanda-offerta di lavoro e l’accoglienza dei lavoratori stagionali nella massima legalità.
In questa delicata fase è necessario condividere protocolli sanitaria anti-contagio per tutti i lavoratori, in particolare per i migranti, tenuto conto che la responsabilità in capo alle aziende va oltre i luoghi di lavoro e deve anche preoccuparsi degli alloggi, del trasporto e delle tutele sanitarie anche per chi non è residente in Italia.
E’ assolutamente indispensabile coordinare i Centri per l’impiego, Agenzie di somministrazione e soprattutto gli Enti Bilaterali Territoriali per favorire l’incontro tra domanda e offerta, applicando il Contratto di lavoro e la corretta sorveglianza sanitaria ai lavoratori stagionali come prevede la legge.
Per quanto riguarda la nostra Regione, le attività di raccolta che richiedono maggior utilizzo di manodopera si svolgeranno tra qualche mese (come ad esempio la raccolta dei Meloni nel Mantovano o la vendemmia nel Bresciano in “Franciacorta”, nell’Oltrepò Pavese e in Valtellina).
Il tempo a disposizioni c’è!
E anche se sono condivisibili soluzioni paventate come aprire “corridoi verdi “ soprattutto verso i Paesi dell’Est Europa che ci hanno fornito manodopera stagionale negli anni scorsi o la regolarizzazione di quelle migliaia di persone che sono in Italia da anni, partendo da coloro che hanno il permesso di soggiorno scaduto, riteniamo necessaria l’istituzione di un “Tavolo verde” presso l’assessorato all’Agricoltura, alimentazione e Sistemi Verdi della Lombardia, al fine di trovare soluzioni condivisibili che permettano da una parte di far fronte alle esigenze delle aziende agricole e dall’altra di dare garanzie contrattuali e sanitarie ai lavoratori stagionali, tanto preziosi per il settore primario Lombardo.
Nei prossimi giorni chiederemo all’Assessore Fabio Rolfi un incontro urgente, in cui oltre a questo argomento, lo inviteremo a intervenire per garantire la Cassa in Deroga a tutti i lavoratori stagionali agricoli, non inseriti come beneficiari nell’Accordo Quadro sottoscritto da Regione Lombardia con le Parti sociali dopo l’emergenza Coronavirus.