FRIDAYS FOR FUTURE
Venerdi 15 marzo si è svolto lo sciopero globale per il futuro del pianeta. L’iniziativa ispirata da una 16enne svedese, Greta Thumberg , ha visto sfilare milioni di ragazzi e ragazze in quasi un centinaio di Paesi e circa 2000 città nel mondo. L’Italia è stato il Paese europeo con più manifestazioni, la piazza di Milano la più numerosa con circa 100.000 giovani.
Una delle più imponenti manifestazioni studentesche a livello mondiale, nata in modo spontaneo, autogestita dagli studenti delle scuole elementari, medie e superiori che hanno deciso di porre all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, dei governanti, dei politici, del mondo economico, la questione dei cambiamenti climatici e dei danni irreversibili che questi producono agli ecosistemi e all’umanità.
Non discorsi complessi o analisi elaborate, ma il richiamo al senso di responsabilità degli adulti nei confronti delle prossime generazioni, da cui dipende il futuro del nostro pianeta, seriamente minacciato dal surriscaldamento della temperatura media terrestre, dall’inquinamento dell’aria, dalla plastica nei mari che mette a dura prova l’ecosistema marino e la sopravvivenza della stessa fauna.
Una nuova gioventù globale che ha deciso di scendere in piazza pensando alla generazione successiva, un atto di grande e generoso altruismo, ma anche fortemente simbolico nei confronti di chi detiene il potere per assumere decisioni e non lo fa, d quanti negano, per un proprio tornaconto, che i cambiamenti climatici possano rappresentare un pericolo reale per l’umanità, ignorando che le conseguenze negative da cambiamenti climatici sono già una realtà. Nel 2017 i danni economici dovuti a disastri naturali hanno raggiunto il livello record di 340 miliardi di dollari.
A tre anni dagli accordi di Parigi sul clima si deve infatti registrare una battuta di arresto, e la difficoltà a raggiungere ed andare oltre gli stessi obbiettivi fissati tre anni fa. Se vogliamo mantenerci entro la soglia di sicurezza del +1,5°C stabilita dall’Accordo di Parigi, le emissioni di gas serra dovranno raggiungere lo zero nel 2050 (al netto dei processi di riforestazione e di cattura e stoccaggio della CO2).
Ci auguriamo, e nel nostro piccolo, come Dipartimento Green Economy della UIL faremo di tutto, perché una delle più importanti e concrete iniziative a difesa dell’ambiente, questa lunga onda verde, non venga dispersa o lasciata cadere.